Problemi di cellulite, adiposità locale, ritenzione idrica? Una soluzione sempre più in voga è la carbossiterapia, un trattamento che impiega l’anidride carbonica per combattere gli inestetismi della pelle più fastidiosi. Ma come funziona e quali sono i rischi?
Anidride carbonica a scopo terapeutico
Praticamente ogni donna si trova o si è trovata a combattere con gli inestetismi della pelle. In vista della stagione calda e della preoccupante prova costume, aumenta il desiderio di affrontare – e sconfiggere – questi problemi. Dunque, quali sono le soluzioni migliori da adottare? Prodotti naturali, prodotti che contengono sostanze chimiche, trattamenti più o meno invasivi. Ce n’è davvero per tutti i “gusti” (le virgolette sono d’obbligo quando si parla di salute).
Sempre più donne, negli ultimi anni, ricorrono alla carbossiterapia, un trattamento di prassi impiegato nel settore della medicina estetica non chirurgica. In che modo agisce la carbossiterapia? Questa tecnica si fonda sull’inoculazione, a livello sottocutaneo, di anidride carbonica. Si tratta, insomma, di una vera e propria tecnica che usa l’anidride carbonica a scopo terapeutico.
Tecnicamente questo procedimento, andando ad agire sulla circolazione, dilata i vasi sanguigni, incrementando la velocità e l’ossigenazione del flusso, agevolando l’apertura dei capillari compressi dalla ritenzione idrica e, soprattutto, dal grasso.
Carbossiterapia, di che cosa si tratta
Combattere gli inestetismi cutanei. È con questo obiettivo che si fa affidamento alla carbossiterapia, una tecnica nata in Francia agli inizi degli anni Trenta che, nel tempo, si è distinta come una delle terapie più richieste per il trattamento degli inestetismi della pelle. La carbossiterapia si basa su una sostanza libera in natura (stiamo parlando di un gas prodotto dal nostro corpo come esito del metabolismo cellulare, e rilasciato nel corso della respirazione in cambio di ossigeno), ma ciò non giustifica alcuna leggerezza né superficialità nel suo ricorso.
Si può beneficiare degli effetti terapeutici dell’anidride carbonica ricorrendo a delle microiniezioni sottocutanee localizzate che vengono effettuate con aghi particolarmente sottili collegati, attraverso un tubicino, ad uno specifico macchinario che rilascia il gas. In merito alle sedute, occorre sottolineare che generalmente ne occorrono una decina, con una durata che può variare tra i 10 e i 30 minuti ciascuna.
Le applicazioni della carbossiterapia riguardano soprattutto casi di cellulite, rilassamento del tessuto cutaneo, smagliature e invecchiamento della pelle, adiposità localizzate post-gravidanza/dimagrimento, insufficienze venose di carattere cronico, ulcere arteriose e venose.
Carbossiterapia contro la cellulite, ci sono controindicazioni?
Pur distinguendosi come un trattamento naturale e non invasivo, la carbossiterapia – al pari di qualsiasi terapia medica – non è totalmente esente da controindicazioni. Ogni organismo infatti costituisce un caso a parte e, dunque, è basilare rivolgersi a professionisti seri ed accreditati: il trattamento va sempre eseguito da un medico presso centri specializzati, all’interno di strutture fornite di apparecchiature certificate e capaci di erogare anidride carbonica in maniera controllata, con tempi e dosaggi di erogazioni definiti in modo dettagliato. Il professionista deve essere in grado di personalizzare la terapia in riferimento alle caratteristiche del disturbo da trattare e dello stato salutare della paziente.
Infine, la carbossiterapia è controindicata per le donne in gravidanza e in presenza di particolari patologie tra cui:
- insufficienza cardiaca, epatica, renale o respiratorie;
- aritmie cardiache;
- trombosi;
- anemia.
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