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Tendinite di Achille: infiammazione del tendine calcaneale

Tendinite di Achille: infiammazione del tendine calcaneale

La tendinite di Achille è un'infiammazione del piede che colpisce il calcagno e che può presentarsi già in età adolescenziale.
In questo articolo:

La mitologia greca ci insegna che Achille era un eroe greco, figlio di un mortale di nome Peleo e di una oceanina di nome Teti. Per renderlo immortale, sua madre lo immerse completamente nelle acque del fiume infernale Stige reggendolo soltanto per il tallone. E fu proprio lì che una freccia di Paride lo colpì uccidendolo.

Da allora, il tallone d'Achille, oltre a designare, in un'accezione più generica, qualsiasi parte debole di una persona, ben indica una patologia del piede che colpisce esattamente il calcagno. Le cause possono essere diverse ed è quindi molto importante porre una diagnosi ben precisa per risolvere il problema.

L'Infiammazione della cartilagine di accrescimento

Tra i 9 ed i 13 anni può presentarsi un'infiammazione che prima non aveva un nome ma che ora si chiama malattia di Sever. Si tratta di una infiammazione della cartilagine di accrescimento posta dietro al calcagno. Questa patologia colpisce proprio in questa età perché è in questo momento della vita che questa parte è più vulnerabile e quindi risente delle sollecitazioni, soprattutto se stimolata pesantemente, magari durante l'attività fisica.

Superato il periodo critico, infatti, il Dolore passa perché la patologia svanisce. La diagnosi è piuttosto facile da porre poiché il Dolore è molto forte e viene acuito dalla attività fisica, dalle scarpe rigide e perfino dalla pressione del dito. La diagnosi viene poi confermata dalla radiografia. Come terapia è sufficiente il riposo; le fisioterapie e gli antinfiammatori, infatti, non danno risultati.

Il ponte osseo tra calcagno ed astragalo

Un'altra patologia dell'età adolescenziale è rappresentata dalla formazione di un ponte osseo tra il calcagno e l'astragalo. Purtroppo, non è facile superare questo problema; nella maggior parte dei casi si deve ricorrere all'intervento chirurgico. In effetti, la formazione del ponte osseo rende impossibile l'articolazione del piede, che rimane in posizione piatta.

Il dolore si sviluppa soprattutto nella zona della caviglia e si acuisce quando si tenta di muovere il piede. I sintomi possono essere alleviati con un plantare e con infiltrazioni di cortisone, ma alla fine bisogna comunque ricorrere alla chirurgia per interrompere il ponte osseo e ridare mobilità a tutta l'articolazione.

L'infiammazione della fascia plantare

La fascia plantare è una fascia fibrosa che, da una parte, mantiene la curvatura giusta del piede durante i passi e, dall'altro, protegge vasi e nervi del piede. Le cause che stanno alla base dell'infiammazione di questa fascia sono piedi troppo piatti o troppo curvi, il sovrappeso e l'obesità e le sollecitazioni eccessive dovute all'attività fisica.

Il primo esame da effettuare è la radiografia, che, in questi casi, mostra una sorta di sperone osseo formatosi sotto il calcagno ed infiltratosi nella fascia plantare. Un tempo, la terapia d'elezione era la rimozione chirurgica; oggi, invece, si tende a ridurre le sollecitazioni per evitare un trattamento invasivo. L'utilizzo di plantari o di talloniere morbide può essere utile per ridurre il dolore, mentre la fisioterapia è solitamente inutile.

Altri trattamenti efficaci sono l'ipertermia endogena, che utilizza il calore per richiamare nella zona dell'infiammazione il sangue con i suoi fattori antinfiammatori, oppure la terapia ad onde d'urto, la stessa utilizzata per frantumare i calcoli renali, una terapia dolorosa ma molto efficace.

Sconsigliate le infiltrazioni di cortisone, che hanno il solo risultato di lenire il dolore, ma che, a lungo andare, potrebbero indebolire il tessuto della fascia plantare fino alla lacerazione. Se tutti questi trattamenti non sortiscono alcun risultato, allora è proprio necessario ricorrere alla chirurgia.

La compressione del Nervo posteriore

Può capitare che talvolta il dolore al calcagno sia causato dalla compressione di un nervo, appendice del nervo sciatico, a livello del malleolo interno o della caviglia. Sfortunatamente, non è sempre facile porre questa diagnosi e troppo spesso il trattamento viene sbrigativamente prescritto con infiltrazioni di cortisone o fisioterapia. Trattamenti del tutto inutili, e a volte anche dannosi.

L'unica soluzione è la chirurgia, che riesca a liberare il nervo dai tessuti circostanti. La diagnosi può essere posta dopo elettromiografia e fallimenti terapeutici e l'esclusione di altre patologie.

Ultimo aggiornamento: 18 Settembre 2019
4 minuti di lettura

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