I cambiamenti climatici hanno diverse conseguenze negative sulla salute degli uomini, tra cui il fatto che favoriscono la diffusione di virus e malattie in zone in cui prima non erano presenti. Una di queste è la cosiddetta malattia di Lyme, causata dal batterio Borrelia burgdorferi e trasmessa agli esseri umani attraverso il morso di zecche infette (dalle dimensioni di un seme di papavero). Questa patologia è stata definita dal New York Times la malattia "infettiva che si diffonde più rapidamente - negli USA - dopo l'AIDS".
L'origine del nome della malattia si riferisce alla cittadina di Lyme, nel Connecticut, Stati Uniti. Qui si verificò un'epidemia di questo male, segnalata a partire dal 1975, che si manifestò con un misterioso aumento dei casi di artrite, soprattutto infantile.
I sintomi della malattia di Lyme
I sintomi tipici sono la febbre, il mal di testa, la stanchezza e una caratteristica eruzione cutanea chiamata Eritema migrante.
Tuttavia, si può fare una distinzione tra i segni e i sintomi precoci (3 - 30 giorni, dopo il morso della zecca) e quelli più tardivi (anche dopo un mese).
Per quanto riguarda i primi, è necessario consultare immediatamente un medico in presenza di:
- Febbre, brividi, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e articolari, gonfiore dei Linfonodi;
- Eritema migrante, che si verifica in circa il 70% - 80% delle persone infette. Quest’eruzione cutanea comincia nell’area della pelle punta dalla zecca (quindi, può comparire in qualsiasi parte del corpo) e si espande gradualmente nei giorni successivi fino a raggiungere i 30 centimetri. Può essere calda al tatto e raramente è collegata a prurito o a dolore.
Mentre, per quanto concerne i sintomi più tardivi, ecco quali sono i segni - anche di grave entità - a cui bisogna prestare molta attenzione:
- Forti mal di testa e rigidità del collo;
- Ulteriori eritemi migranti su altre zone del corpo;
- Artrite con forti dolori alle articolazioni e gonfiori, in particolare sulle ginocchia.
- Perdita di tono muscolare su uno o entrambi i lati del viso (paralisi di Bell);
- Dolore intermittente su tendini, muscoli, articolazioni e ossa;
- Battito cardiaco irregolare;
- Vertigini e mancanza di respiro;
La Malattia di Lyme, inoltre, può causare l’infiammazione del cervello e del midollo spinale, l'intorpidimento o il formicolio alle mani o ai piedi e problemi con la memoria a breve termine.
Come si estrae una zecca?
Se ci si accorge di essere morsi da una zecca, questa va rimossa appena possibile con un paio di pinzette a punta. Dopodiché, il consiglio è di pulire la zona con alcool o acqua e sapone.
La tempestività dell’operazione è fondamentale. Si stima che la possibilità di essere infetti si riduca se la zecca è rimossa entro le 36 - 48 ore dal morso.
Come prevenire la malattia di Lyme
Per prevenire la malattia, oltre alla rimozione tempestiva delle zecche, si può fare uso di repellenti per insetti e pesticidi.
In sintesi, si suggerisce di:
- Evitare il contatto diretto con le zecche;
- Evitare le zone boschive e altre con erba alta;
- Passeggiare al centro dei sentieri;
- Utilizzare repellenti che contengono dal 20% al 30% di DEET (dietiltoluamide) sulla pelle esposta e sugli indumenti (la protezione può durare per diverse ore);
- Utilizzare prodotti che contengono permetrina sui capi di abbigliamento (la protezione dura anche dopo vari lavaggi);
- In caso di morso, come scritto poco fa, individuare e rimuovere subito la zecca. Dopodiché bisogna farsi un bagno o una doccia, preferibilmente entro due ore. Inoltre, controllare ogni parte del corpo, facendo anche uso di uno specchio a mano.
- Monitorare gli animali domestici, i quali possono portare in casa le zecche soprattutto dopo una passeggiata o se il loro habitat naturale è il giardino.
Come trattare la malattia di Lyme?
Con una cura di antibiotici per alcune settimane (dai 10 ai 21 giorni), come l’amoxicillina e la tetraciclina. La diagnosi della malattia, comunque, è spesso difficile, in quanto molti dei sintomi possono essere correlati ad altre condizioni. Ecco perché è consigliato un esame del sangue anche se gli esiti possono essere negativi nelle prime fasi dell’infezione, per cui va ripetuto successivamente.