Chiamata così per la credenza, diffusa nella prima metà del secolo scorso, che fosse causata dall'aria stagnante che si respirava nelle paludi, la malaria rappresenta una delle malattie più comuni nei paesi in via di sviluppo, ma spesso di propaga anche nei paesi industrializzati a causa flussi migratori e dei viaggi dalle nazioni in cui è endemica.
La Malaria è provocata da un protozoo, il Plasmodio; ne esistono ben quattro tipi: il Plasmodium Falciparum, il Plasmodium Vivax, il Plasmodium Ovale e il Plasmodium Malariae. Dei quattro, quello più pericoloso è il primo, poiché può provocare una forma maligna e può perfino portare alla morte. Per poter infettare, però, il plasmodio ha bisogno di un vettore che lo trasporti dal Sangue infetto di un ammalato al sangue di una persona sana. Questo vettore è la zanzara anofele, legata a particolari condizioni ambientali, tipiche della fascia tropicale.
Nell'uomo, il plasmodio si evolve e, riuscendo ad ingannare il sistema immunitario, attacca globuli rossi e fegato; finché arriva allo stadio in cui può infettare un'altra zanzara che va a pungere la persona malata, dando inizio a un nuovo ciclo di contagio.
Sintomi tipici della malaria sono il mal di testa, la febbre alta, abbondante sudorazione, vomito; essi insorgono solitamente tra i 10 ed i 14 giorni dopo il morso da parte della zanzara.
La prevenzione, la migliore arma
Non esiste vaccino contro la malaria; l'unico modo per proteggersi è la prevenzione, comportamentale e farmacologica. Vediamo cosa fare per evitare i contatti con la zanzara:
- coprirsi con camicie e pantaloni lunghi, in modo da ridurre al minimo la pelle scoperta;
- portare sempre con sé un repellente per zanzare da applicare sulle parti del corpo non coperte;
- non uscire dopo il tramonto e prima dell'alba, quando la zanzara colpisce più di frequente;
- dormire in stanze con zanzariere a porte e finestre;
- utilizzare zanzariere per i letti, avendo cura di fissarne i lembi inferiori sotto il materasso ed accertandosi che non vi siano buchi o zanzare intrappolate all'interno;
- utilizzare nella stanza, durante la notte, antizanzare in tavolette, spray o con diffusori elettrici al piretro.
Chiaramente, una
Di solito la profilassi farmacologica antimalarica inizia una settimana prima della partenza: i farmaci vanno assunti con regolarità durante tutto il viaggio e continuati fino a 4-6 settimane dopo il rientro in patria.
Essi vanno assunti, inoltre, insieme agli alimenti e con molto acqua. Purtroppo, i farmaci antimalarici non sono esenti da effetti collaterali, quali cefalea, vomito, disturbi gastrointestinali, insonnia, palpitazioni, ecc., ma è fondamentale non abbandonare mai la profilassi, piuttosto è meglio consultare il medico prima di prendere qualsiasi decisione avventata. Due gruppi molto a rischio sono le donne gravide ed i bambini piccoli.
La malaria nelle donne gravide, infatti, può provocare morte del feto prima, durante o subito dopo la nascita. È essenziale quindi che una donna incinta si rechi in zone dove è diffusa la malaria soltanto in casi di assoluta necessità, perché anche la profilassi non è scevra di controindicazioni.
Anche i neonati ed i bambini molti piccoli non andrebbero portati in zone a rischio malaria. Poiché nei bambini i sintomi non sono solitamente quelli tipici, è bene fare molta attenzione a qualsiasi malattia possa insorgere, poiché si deve sempre sospettare un inizio di malaria.