L’estate è la stagione dei bagni al mare e delle passeggiate in campagna; alcuni inconvenienti, però, possono mettere a rischio il vostro relax. Potrebbe capitare a tutti, infatti, di essere vittima della puntura di una medusa o di un'ape, situazioni che possono determinare anche delle vere e proprie emergenze sanitarie.
Cosa fare in caso di puntura di medusa
In primo luogo, in caso di puntura di una medusa, bisogna immediatamente uscire dall’acqua e tornare sulla riva. Successivamente, occorre lavare la zona del contatto con la stessa acqua di mare per disattivare le cellule urticanti dell’animale. In alternativa, si possono rimuovere i tentacoli usando una carta di credito o un altro oggetto in plastica.
Un altro metodo consiste nel lavare la zona con l’aceto per almeno 30 secondi o con una soluzione di bicarbonato di sodio.
Se si è stati punti a un BRACCIO o a una gamba, dopo aver rimosso i tentacoli, si suggerisce di immergere la parte coinvolta in acqua calda, 40 - 45 °C, per almeno 20 minuti. Nel caso, però, in cui sia un’altra la zona interessata, anche una doccia calda può andar bene.
Per alleviare, invece, il prurito e il gonfiore, si consiglia di usare una crema di idrocortisone o un antistaminico orale. Da evitare, poi, apparenti rimedi quali l’urina umana, il batticarne, i solventi (come la benzina) e le bende che fanno pressione.
Attenzione: la persona punta da una medusa va portata immediatamente al Pronto Soccorso se:
- mostra i segni di una grave reazione allergica;
- il pungiglione copre più della metà di un braccio o di una gamba.
Si ricordano, infine, i sintomi (anche gravi) tipici della puntura di una medusa:
- bruciore, formicolio, Dolore pungente;
- gonfiore;
- dolore lancinante che si irradia nella zona coinvolta;
- nausea e vomito;
- mal di testa;
- problemi articolari e muscolari;
- debolezza e vertigini;
- perdita di conoscenza;
- respirazione difficoltosa;
- problemi cardiaci.
Cosa fare in caso di puntura di ape
Innanzitutto, non tutte le punture di api creano problemi potenzialmente gravi. La maggior parte di questi insetti, infatti, non determina una reazione allergica e può bastare la cura in casa. Ben altra cosa, però, è la situazione derivante da punture multiple o da una reazione allergica.
Un’ape, sappiamo, conficca un pungiglione spinato dentro la pelle e, perciò, la prima azione da fare è rimuoverlo prima possibile, così da non dare troppo tempo al veleno di diramarsi per il corpo.
Il pungiglione può essere estratto con le unghie o con una pinzetta, dopodiché l’area coinvolta va lavata con acqua e sapone, mentre si può alleviare il dolore applicando impacchi freddi o del ghiaccio.
Come nel caso della puntura di medusa, se il prurito e il gonfiore sono fastidiosi, si può applicare la crema di idrocortisone o prendere un antistaminico per via orale.
Tra i rimedi domestici, anche se non esiste una prova derivante da studi scientifici, si consiglia l’uso di una compressa d’aspirina bagnata e strofinata sulla zona coinvolta.
La puntura di un’ape, però, può anche causare uno shock anafilattico: si tratta di una situazione di emergenza medica con tanto di necessità di Rianimazione cardiopolmonare, nonché di ossigeno per aiutare a respirare e di epinefrina (adrenalina) per ridurre la risposta allergica del corpo.
In questo caso estremo, i sintomi sono svenimento o capogiri, orticaria e lingua gonfia. Ed è ovvio che bisogna andare immediatamente in ospedale.