complessità di sintomi
Buonasera.Scrivo perché desidero aiutare mia sorella, che da tempo non sta bene. Tutto è cominciato con le sensazioni di svenimento, sbalzi improvvisi della pressione, bruciori di stomaco, mancanza di respiro. Ha fatto diverse visite mediche e ha avuto le più disparate diagnosi: dall'influenza trascurata alla gastrite. Ma nessuna terapia l'ha fatta guarire. Io ho provato a convincerla a cambiare medico, ma non c'è stato verso: in lei si è insinuata la sfiducia nei medici. Conseguenza? Ha preteso di essere in grado di curarsi da sé, con assurde autodiagnosi, rimpinzandosi di farmaci che, secondo me, le hanno fatto più male che bene. Sono comparsi gli sbalzi d'umore, la facile irritabilità, gli scatti d'ira per delle sciocchezze (una scenata assurda per averle proposto di andare ad una festa, per esempio), il nervosismo alle stelle. Poi la mancanza di voler fare nuove esperienze, la sensazione di privazione delle energie, l'ostinazione nel fare sempre le stesse cose, di rimanere nella routine (ogni giorno ha le sue attività, che vanno rispettate alla perfezione, e tutte le settimane devono ripetersi uguali, altrimenti attacchi isterici se vensse proposto qualcosa di diverso dagli schemi) che, io penso, utilizzi per tranquillizzarsi. La sua preoccupazione è salita alle stelle. Non fa che dirmi di essere certa di avere un male incurabile, io provo a rassicurarla, so che non è così. Credo che sia un fattore psicologico. Più volte, per tranquillizzarla, le ho proposto degli esami del sangue: pessima idea. Lei ha una paura tremenda di aghi e ospedali, a causa, secondo me, di una spiacevole esperienza avuta da piccola (un'infermiera sbagliò il prelievo e fece schizzare il sangue da tutte le parti); non si lascia nemmeno accarezzare sugli avambracci perché le ricordano le vene in rilievo. E non si reca in ospedale per nessun motivo, né per accompagnarmi, né quando mio fratello venne ricoverato, per fargli visita. Io tentai di farle superare la paura facendo leva sui sentimenti, ma non ebbi successo. Dice che solo l'odore dell'ospedale la fa svenire e che ha paura che le infilzino un ago nel braccio subito dopo aver varcato la soglia. Forse perché da piccola è stata forzata ai prelievi e tenuta ferma da mamma e papà per farli? Un giorno mi ha detto che sono dei pensieri brutti a causarle i problemi di salute, che quando li allontana dalla mente i sintomi spariscono. Dice di temere di spegnersi in un letto di ospedale attaccata a delle macchine...al solo pensiero mi vengono i brividi. Secondo il Vostro parere medico, i sintomi sono legati all'ipocondria? Lei ha paura di ammalarsi e si provoca da sé il malessere? Cosa posso fare per aiutarla? Ringrazio di cuore chi mi risponderà.