Gentile signora,
sono convinto che lei e suo marito stiate dando il meglio di voi stessi. E, con onestà, volete dare ancora di più per essere all'altezza della situazione. Tuttavia, ho motivo di presumere che, attualmente, siate troppo ancorati ad un bisogno (forse non adeguatamente fondato) di "dare il meglio e di più" a vostro figlio. E mi chiedo quanto possa incidere sul clima familiare e sulla autostima di ciascuno di voi. Per quanto riguarda gli attacchi di panico, mi chiedo anche (e le chiedo) se questi comportamenti non evidenzino soprattutto una angosciosa esigenza di essere rassicurati.
Dal mio punto di vista, ritengo non necessario far diventare un "caso" il bambino che, con i suoi comportamenti, segnala soprattutto un bisogno di protezione e di rassicurazione.
Chiaramente, se io bambino, percepisco un ambiente instabile intorno a me, non posso fare altro che esprimere attraverso il mio comportamento un vissuto di instabilità e insicurezza che trasformerò (in modo del tutto non consapevole) in un vissuto di ansia o di angoscia (panico). Ritengo questo del tutto legittimo.
Ecco allora che l'interesse va rivolto soprattutto nei riguardi del comportamento dei genitori (soprattutto) affinché essi propongano al bambino dei comportamenti da imitare. Sapendo che i bambini, in questa loro fase dello sviluppo (ma vedrà che continuerà anche nell'età adulta) apprenderanno soprattutto attraverso la imitazione dei comportamenti, delle scelte, delle modalità di esprimere le emozioni, ecc., che vengono proposti, in prima istanza, dal papà e dalla mamma.
Il bambino "può" se la mamma e il papà "possono in modo adeguato adattarsi alle esigenze del bambino".
Vale la pena di provarci, basta iniziare ...
Con molta cordialità
Dott. Tripeni