L’ idrocefalo viene comunemente definito come un aumento patologico del volume ventricolare cerebrale dovuto ad un alterato sistema di circolazione ed assorbimento del fluido cerebrospinale.
Il segno principale in un neonato è il rapido aumento della circonferenza cranica, l’ ampiezza della fontanella anteriore, la fronte ampia.
Nel bambino più grande le suture del cranio sono parzialmente chiuse e ciò rende i segni di idrocefalo più sfumati quali:irritabilità, letargia, scarso appetito, vomito.
La cefalea è un segno importante nel paziente di età più avanzata.
Le indagini da eseguire sono il fondo oculare, l’ ecografia cerebrale se possibile, la TAC e/o la RMN encefalo.
La terapia dell’idrocefalo dipende dalle sue cause.
Le cure mediche, ad esempio l’ impiego di acetazolamide e furosemide possono dare un sollievo temporaneo ma i risultati a lungo termine non sono soddisfacenti.
Quasi tutti i casi di idrocefalia necessitano di shunt extracranici, in particolare di shunt ventricolo-peritoneale.
Risposta a cura della dott.ssa Maria Antonietta Pisanti della UOC di Pediatria, UOS di Neurologia Pediatrica.