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Clima e Salute, è allarme smog in Italia

Clima e Salute, è allarme smog in Italia

Dal rapporto di Legambiente e del Ministero dell'Ambiente emergono i rischi per la salute associati alle onde di calore: lo smog, in primis
In questo articolo:
Non è affatto un quadro rassicurante quello ritratto da un rapporto congiunto di Legambiente e del Ministero dell'Ambiente, presentato martedì scorso, a proposito dei rischi per la salute associati alle onde di calore che provocano non solo dannosi eventi meteorologici ma anche il peggioramento dell'inquinamento.

Ed è stato molto chiaro, a tal proposito, il ministro Gian Luca Galletti: "Le città italiane sono ora a dover far fronte a condizioni atmosferiche violente e nuovi che portano nel giro di pochi giorni da frane a causa di forti piogge a secco fiumi e smog. Per questo motivo i nostri centri urbani devono essere adattati sempre più rapidamente a un clima in evoluzione, che altera anche il contesto sociale e le prospettive economiche".

Da un lato, infatti, le cattive condizioni del tempo hanno causato, dal 2010 a oggi, la morte di 140 persone e l'evacuazione di 32.000 persone dalle loro case per via delle inondazioni; dall'altro, il rapporto ha evidenziato quanto le onde di calore stiano pesantemente incidendo sui livelli di smog nelle città italiane. E lo smog, si sa, è un pericolo costante per la salute dell'uomo.


L'allarme dell'OMS

In relazione, infatti, all'inquinamento delle arie, per l'Organizzazione mondiale della salute non ci sono dubbi: esporsi a lungo allo smog può provocare ingenti danni alla salute. Tra gli effetti nocivi di un contatto prolungato con le microparticelle di particolato (Pm 2,5), si annovererebbero arteriosclerosi, problemi di diversa natura alla nascita e malattie respiratorie nei più piccoli.
A tal riguardo l'Oms, dopo uno studio richiesto e messo in pratica dalla Commissione europea, ha chiesto l'utilizzo di nuove misure di prevenzione. Sono altissimi i dati che riguardano l'esposizione dei cittadini allo smog. In Europa sarebbe soggetto a un contatto costante circa l'80 per cento della popolazione. Ma le cose sembrerebbero essere ancora più serie e preoccupanti.
L'Oms ha appurato, infatti, che esistono nuove prove sugli effetti negativi a lungo termine dell'ozono per ciò che riguarda la mortalità causata da malattie dell'Apparato respiratorio e i decessi fra persone predisposte a causa di disturbi cronici. Mentre per quanto concerne i danni a breve termine, ci sarebbero dei disturbi dello sviluppo cognitivo e della salute riproduttiva. Ma ci sarebbe anche un altro inquinante altamente tossico. Si tratta del biossido di azoto, gas prodotto dai motori, che sarebbe tra le cause più alte di ricoveri ospedalieri legati a problemi respiratori e persino mortalità.
Leggi anche:
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In Italia più morti che in altro Paese UE

E, come scritto, all'inizio, in Italia la situazione è delicata. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, infatti, l’inquinamento atmosferico fa più morti in Italia che in ogni altro Stato europeo. Basti pensare che solo nel 2012 si calcola che si siano stati oltre 84 mila decessi prematuri provocati dallo smog, contro i 72 milioni della Germania. Morti che colpiscono soprattutto i più piccoli (allergie, Asma e infezioni alle vie respiratorie) e gli anziani, con un aumento del rischio di patologie cardiache e della Circolazione sanguigna. Un numero di vittime più alto del venti per cento rispetto a quello causato dagli incidenti stradali.

La zona più colpita è la Pianura Padana, con una concentrazione particolarmente alta a Brescia, Milano, Torino e Milano. "I legami riscontrati fra inquinamento dell'aria e salute umana sono un motivo di più per rafforzare la nostra politica", ha affermato il commissario Ue all'ambiente, Janez Potocnik, che quest'anno farà una revisione delle regole sulla qualità dell'aria. Ma Zsuzsanna Jakab, direttore dell'Oms Europa, raddrizza il tiro: "Siamo fiduciosi - aggiunge - che queste nuove conoscenze porteranno a politiche di controllo più rigorose".

Per approfondire guarda anche "Malessere da radiazioni"
Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio 2016
4 minuti di lettura

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