Sabato 15 settembre sarà la Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma (World Lymphoma Awareness Day). Un appuntamento importante, promosso ogni anno in 50 paesi dalla Lymphoma Coalition, una rete mondiale di gruppi di pazienti con linfoma, che vuole diffondere una maggiore conoscenza del tumore del sistema linfatico, o più precisamente dei linfociti, le cellule preposte alle difese dalle infezioni.
La campagna social di quest’anno si chiama “Le piccole cose creano fiducia” (Small things build confidence). Lo slogan si riferisce all’importanza dell’esperienza positiva dei pazienti nell’ambito dell’assistenza sanitaria: in questo contesto i piccoli gesti, l’informazione corretta, il tempo dedicato alla persona malata, la trasparenza e la vicinanza del personale sanitario e delle famiglie creano fiducia, un aspetto che nelle cure oncologiche diventa particolarmente prezioso.
Dal 9 al 15 settembre, pazienti, parenti, professionisti sanitari, volontari e chiunque voglia partecipare, possono condividere un’esperienza, una frase, un’immagine di come le piccole cose possono creare fiducia tra le persone, in particolare nel caso dei linfomi, per dare all’esperienza di cura un aspetto più umano. Consapevolezza vuol dire anche sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. I post pubblicati sui social, per chi vuole aderire alla campagna, devono essere accompagnati dagli hashtag #WLAD e #EverythingChanges.
Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma: 150mila gli italiani colpiti
Il linfoma è una malattia tumorale del sistema linfatico, ovvero di quell’apparato costituito da cellule e tessuti che si occupano della difesa dell’organismo dagli agenti esterni e dalle malattie. Si sviluppa da un’alterazione delle cellule linfocitarie - le cellule immunitarie - presenti all’interno dei linfonodi, della milza, del timo (una ghiandola che si trova nello sterno) e del midollo osseo.
Il linfoma può dunque interessare queste aree, ma anche gli altri organi. Sono circa 150mila gli italiani che convivono con il linfoma. I linfomi possono nascere da tutti i tipi di linfociti (B, T e NK): i più comuni nel nostro Paese sono i linfomi che derivano dai linfociti B. I linfomi sono classificati in due categorie, i linfomi di Hodgkin e i linfomi non Hodgkin.
Il primo tipo, che prende il nome dal medico che per primo l’ha scoperto, colpisce soprattutto in due fasce d’età: tra i venti e i trent’anni (frequente nelle giovani donne) e oltre la settima decade di vita. Rari i casi infantili. Il linfoma di Hodgkin è un tumore relativamente raro, che rappresenta circa lo 0,5% di tutti i casi di tumore diagnosticati. A livello italiano l’incidenza si assesta attorno a 4 casi su centomila abitanti ogni anno (tra gli uomini) e 3,3 tra le donne. I linfomi non Hodgkin hanno, invece, un'incidenza di 5 volte superiore e il 95% dei pazienti colpiti da questa malattia sono adulti.
Le cause di questi tipi di tumore non sono ancora del tutto chiare. Il linfoma non Hodgkin si sviluppa quando l’organismo produce un eccesso di linfociti anomali, per una serie di mutazioni genetiche acquisite. Normalmente, infatti, i linfociti hanno un ciclo vitale tale per cui le cellule più vecchie muoiono e vengono rimpiazzate da cellule più giovani. I linfociti malati, al contrario, non muoiono e continuano a crescere e a replicarsi, accumulandosi negli organi del sistema linfatico.
Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma: i fattori di rischio
I fattori di rischio per il linfoma di Hodgin (HL) chiamano in causa principalmente fattori ambientali e genetici; anche il sesso e l’età incidono sulla sua comparsa: sembra, infatti gli uomini presentino un rischio di ammalarsi leggermente maggiore rispetto alle donne con un età di maggiore incidenza che va tra i 20 e i 30 anni e tra i 50 e i 60.
L'infezione da virus di Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi infettiva, può aumentare il rischio di LH, così come tutte le condizioni nelle quali il sistema immunitario non funziona al meglio (infezione da HIV, AIDS, malattie autoimmuni o terapie con farmaci antirigetto dopo un trapianto).
Le cause precise, invece, per il linfoma di non Hodgkin (NHL) non sono ancora conosciute, ma i principali fattori di rischio riguardano soprattutto (e anche in questo caso) le infezioni da virus Epstein-Barr e tutte le condizioni di immunodepressione (ad esempio in seguito a un trapianto d’organo o a infezione da HIV) e alcune infezioni virali tra cui l’epatite C e l'infezione da virus T-linfotropico dell'uomo.
Anche agenti chimici presenti ad esempio negli insetticidi e un età superiore ai 60 anni rappresentano altri fattori di potenziale incidenza del NHL.
Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma: le iniziative italiane
L’Irccs, “Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata” (Crob) di Rionero in Vulture (Potenza) parteciperà alla Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma con delle immagini e con un intervento del direttore dell’Uoc di Ematologia, Pellegrino Musto, che fornirà numerose informazioni sulla malattia. In Abruzzo, il Gal (Centro abruzzese linfomi onlus) sta organizzando a Pineto (Teramo) un evento regionale con la partecipazione di medici, pazienti e diversi testimonial. Chi volesse raccontare la propria esperienza al pubblico per dare forza, fiducia e speranza a chi è in difficoltà, può scrivere all’associazione Gal.