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Italiani alle prese con l’influenza: ecco come difendersi

Italiani alle prese con l’influenza: ecco come difendersi

Quest'anno virus influenzali e parainfluenzali fermeranno a letto circa 15 milione di persone. Il vaccino è la prima arma per difendersi dall'epidemia.
In questo articolo:

“Per la prossima stagione sono previsti dai 4 ai 5 milioni di casi di influenza oltre agli 8/10 milioni di sindromi provocate da altri virus respiratori: un’epidemia, quindi, di media entità. Avremo un solo nuovo virus in circolazione – il H1N1 pdm 09 (A/Michigan/45/2015) – una variante similare ai virus dell’anno scorso”. Parole del professor Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano.

Riprende: “Tanto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati. Se, al contrario, l’inverno fosse più mite, saranno invece i virus cosiddetti cugini dell’influenza, denominati virus parainfluenzali, ad essere avvantaggiati”.

Tutto quello che c’è da sapere sull’influenza

Che cosa si intende con il termine di “influenza”? Quali sono i sintomi che ci fanno comprendere se si tratta di reale influenza oppure, al contrario, di sindromi parainfluenzali o di infezioni respiratorie? Cosa occorre sapere sul vaccino? Sono tutti interrogativi ai quali occorre rispondere e, in tal senso, un aiuto importante arriva da un’indagine di Assosalute - Associazione nazionale farmaci di automedicazione in merito al comportamento degli italiani nel prevenire e affrontare l’influenza. Ma procediamo con ordine.

Il termine “influenza” include, di prassi, una miriade di forme infettive causate da numerosi virus, che solitamente circolano nell’arco di quattro mesi (da dicembre a marzo). Precisamente, si può parlare di “vera influenza” soltanto quando si verificano, in contemporanea, tre condizioni: febbre elevata a insorgenza brusca, sintomi sistemici (dolori muscolari/articolari), sintomi respiratori (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale oppure mal di gola).

In tutti gli altri casi si parla delle già citate sindromi parainfluenzali (o infezioni respiratorie), che hanno nel raffreddore lo “sfogo” più comune (naso otturato e starnuti frequenti sono i sintomi principali del raffreddore).

I risultati dell’indagine di Assosalute

Dallo studio condotto è emerso che nel nostro Paese una buona fetta di popolazione, circa il 15% non fa nulla per evitare di ammalarsi; il resto, invece, tenta di prevenire il contagio attraverso comportamenti di buon senso: coprirsi nel migliore dei modi (55,1%), evitare gli sbalzi di temperatura (50,8%) e lavarsi di frequente le mani (40,8%) rappresentano le misure preventive più diffuse contro l’influenza.

Nel momento in cui ci sia ammala i farmaci senza obbligo di ricetta, di automedicazione risultano essere il rimedio al quale si ricorre di più (57%) in caso di sintomi influenzali e da raffreddamento. Rimangono validi anche i tradizionali rimedi della nonna (spremute, brodo caldo, latte con miele) a cui si affidano quasi il 42% degli intervistati. E ancora, il 22,5%, degli interpellati dichiara di ricorrere agli antibiotici.

In caso di malesseri influenzali, il medico di famiglia resta un riferimento importante al quale si rivolge il 50% della popolazione. Nel 40,5% dei casi, invece, si fa leva solo sulla propria esperienza (curandosi con farmaci da banco), mentre il 21% della popolazione (in particolar modo le donne) si affida ai consigli del farmacista. E ancora, le persone più mature sono anche le più consapevoli delle complicanze dell’influenza e del valore del vaccino antinfluenzale: il 45% degli over 65 ammette di fare il vaccino tutti gli anni (contro il 14% del dato medio).

L’importanza del vaccino antinfluenzale

Il vaccino rappresenta un’opportunità fondamentale e, in alcuni casi, un vero e proprio salvavita per i soggetti a rischio (i malati con patologie cardiache e respiratorie di qualsiasi età). Allo stesso tempo il vaccino è, per tutti, un’opportunità di riduzione dell’assenteismo scuola/lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili all’interno del nucleo familiare. Ciò detto, il vaccino non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali. Meglio: la possibilità di prendere l’influenza non è eliminata ma, in caso di malattia, i sintomi risulterebbero meno invasivi.

Come comportarsi in caso di contagio influenzale? Il suggerimento è quello di riposare e ricorrere a farmaci di automedicazione. In merito alla prevenzione, invece, è bene mantenere un’alimentazione ricca di frutta e verdura fresche, vestirsi a “cipolla” ed evitare – laddove possibile – i luoghi più affollati e umidi (palestre, cinema, teatri e metropolitane su tutti), che possono essere un covo di virus influenzali.

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Ultimo aggiornamento: 14 Novembre 2017
5 minuti di lettura

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