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Betaina: proprietà, efficacia e controindicazioni

Betaina: proprietà, efficacia e controindicazioni

La betaina, o trimetilglicina, svolge un ruolo importante nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, ma fa bene anche al fegato e alla dieta.
In questo articolo:

È una sostanza naturale estratta dalla barbabietola (Beta Vulgaris) da cui prende il nome: è la Betaina, altrimenti conosciuta come trimetilglicina. Oltre alla barbabietola, altri alimenti la contengono: tra questi l’avena, l’amaranto, la quinoa, i broccoli e gli spinaci. La betaina funziona da agente metilante: è cioè un donatore di gruppi metilici (CH3). Grazie a questa proprietà, questa sostanza è utilizzata nel trattamento dell’omocistinuria e dell’iperomocisteinemia, due disturbi caratterizzati dall’eccessiva presenza dell’omocisteina nell’organismo. Cerchiamo di semplificare.

La betaina: come funziona e quali proprietà

L’interesse della medicina nei confronti della betaina deriva dalla sua capacità di cedere gruppi metilici all’omocisteina, amminoacido che diventa tossico quando è in accumulo nell’organismo e non viene convertito. I gruppi metilici sono gli agenti della transmetilazione: il processo biochimico che consiste proprio nel trasferimento di un radicale metilico (CH3) da un composto a un altro. Questo processo è fondamentale negli organismi animali perché questi sono incapaci di costruire il gruppo metile che tuttavia è indispensabile per la sintesi di sostanze essenziali e per particolari sintesi protettive. La betaina in questo senso trasforma l’omocisteina in metionina, cioè l’amminoacido essenziale da cui deriva e che non fa male all’organismo.

L’omocisteina, che in accumulo è tossica, deriva dalla metionina e svolge il ruolo di metabolita intermedio nella trasformazione nuovamente in metionina o in cisteina. Esso non è in sé un elemento di rischio ma è considerato un indicatore del rischio cardiovascolare. L’omocistinuria è una patologia rara, dovuta a un errore congenito del metabolismo, in cui il processo chimico di transmetilazione sopra descritto è carente e dunque si verifica un eccessivo accumulo di omocisteina; la presenza eccessiva di questo amminoacido si riscontra nelle urine, da cui il nome della malattia. L’omocistinuria è una patologia multisistemica che coinvolge gli occhi, lo scheletro, il sistema nervoso e l’apparato cardiovascolare.

L’iperomocisteinemia è invece una concentrazione elevata di omocisteina nel sangue. Non è una malattia in sé ma è un sintomo di alcune patologie, ereditarie e non, e di stili di vita errati: la già citata omocistinuria, la carenza di vitamina B12, il tabagismo, l’abuso di alcol, una vita troppo sedentaria o esposta a eccessivo inquinamento atmosferico.

Gli effetti positivi della betaina, nel caso dei due disturbi sopra citati, consiste allora nell’abbassare il livello plasmatico di omocisteina. Spesso nel trattamento viene associata all’acido folico e alle vitamine del gruppo B (B12 e B6).

Betaina: benefici e controindicazioni

Oltre all'attività detossificante nei confronti dell'omocisteina, la betaina ha dimostrato altre proprietà. Da alcuni studi sperimentali, la sostanza sembrerebbe esercitare un'azione epatoprotettiva e un’azione lipotropica (attività utile nell’accelerare la rimozione di grasso) nei confronti del fegato grasso (steatosico). Alla betaina è associata anche una leggera proprietà antidepressiva (poiché può essere convertita in S-adenosilmetionina, sostanza dotata di effetti antidepressivi) e neuroprotettiva nei confronti dei danni indotti dall'alcol. Sembra che la betaina abbia anche effetti dimagranti. Ma nessun approfondimento di natura clinica ha per ora dimostrato scientificamente queste caratteristiche.

Parlando invece di controindicazioni, esistono pochi effetti collaterali nell’assunzione eccessiva di betaina, tuttavia sono stati riscontrati sintomi come nausea, vomito e diarrea. L'uso di betaina va evitato o supervisionato in gravidanza e durante l’allattamento. Stessa precauzione nel caso di gastrite, malattia da reflusso gastro-esofageo e ulcera peptica.

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Ultimo aggiornamento: 14 Giugno 2019
4 minuti di lettura

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