I vaccini sono un importante strumento di prevenzione, fondamentali per attivare il sistema immunitario e proteggere l'organismo da gravi malattie infettive, in ogni fase della vita.
Durante la gravidanza, ad esempio, alcune vaccinazioni rappresentano una maniera efficace e sicura per proteggere la mamma e il bambino da specifiche patologie che potrebbero portare a serie conseguenze per la salute. Vediamo nel dettaglio quali sono i vaccini raccomandati in gravidanza e quali no.
Vaccini in gravidanza: quali fare e quali evitare?
Vaccini che non contengono virus vivi
Durante la gravidanza non sussistono problemi per la somministrazione di vaccini contenenti virus inattivati o altre sostanze ad azione antigenica. Fanno parte di questo gruppo i vaccini:
- anti-COVID con tecnologia a mRNA (consigliato)
- antinfluenzale (consigliato)
- antipertosse, antitetanico, antidifterico (DPT) (consigliato a 28-32 settimane di gestazione)
- antiepatite A
- antiepatite B
- antipiogeno
- antipneumococcico
- antiemofilo
- antirabbico
- antitifoideo (alcuni tipi)
- desensibilizzanti specifici per la terapia delle allergie.
Vaccini che contengono virus vivi attenuati
Per lo meno in linea teorica potrebbero, invece, esistere dei problemi per la somministrazione di vaccini contenenti virus attenuati. Comunque, finora non sono stati segnalati effetti teratogeni neanche per questi vaccini. Anche per quanto riguarda il vaccino antirosolia, sebbene si consigli di aspettare almeno un mese prima di restare incinta, gli studi effettuati su centinaia di nati non hanno evidenziato un aumento dell’incidenza di malformazioni. Fanno parte di questo gruppo il vaccino:
- antifebbre gialla
- antimorbillo, antiparotite, antirosolia (MPR)
- antitifoideo (alcuni tipi)
- antitubercolare
- antivaricella
Il vaccino contro l’HPV, prodotto con la tecnologia del DNA ricombinante, è costituito da particelle simili a quelle del virus atte a stimolare il sistema immunitario. Non è indicato in gravidanza perché non esistono ancora studi definitivi in proposito e durante la gestazione non ha neanche un razionale d’impiego, ma non contenendo il virus non dovrebbero sussistere problemi.
Il vaccino contro la pertosse è consigliato anche se in passato la donna è già stata vaccinata, perché il titolo anticorpale con gli anni si abbassa al punto che spesso la madre non conferisce al neonato una sufficiente quantità di anticorpi per combattere l’infezione, che può essergli trasmessa da portatori sani o da individui non vaccinati. La pertosse contratta in epoca neonatale è una malattia molto grave che può portare a morte il piccolo.
Prima della gravidanza, se dosando il titolo anticorpale non si evidenziano anticorpi per la rosolia, il morbillo e la varicella, è consigliabile che la donna si sottoponga a queste vaccinazioni e faccia passare almeno un mese prima di concepire. Questi vaccini possono essere somministrati insieme come vaccino tetravalente (MPRV) oppure si può somministrare il solo vaccino antivaricella.
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