Il Dp, ovvero disturbo da attacco di panico, è tra le patologie che, negli ultimi tempi, sta registrando una sempre più estesa e trasversale diffusione, arrivando a colpire all’improvviso anche individui sani e socialmente attivi. Addirittura, in alcune località italiane, circa il 10% della popolazione soffre di attacchi di panico ripetuti, ed una persona su tre ne ha avuto uno, il più delle volte durante l'adolescenza o la prima età adulta.
Uno dei principali problemi legati a questa malattia è la sua corretta diagnosi. Basti pensare, a tal riguardo, che un recente studio condotto negli Stati Uniti ha rilevato come, in alcuni casi, le persone hanno visto dieci o più medici prima che il disturbo fosse riconosciuto. È fondamentale quindi, per una corretta terapia, sapere quali sono i sintomi ed essere sicuri di ricevere l'aiuto giusto.
A scatenare l’attacco di panico è una bassa concentrazione di anidride carbonica nel Sangue che comporta l’attivazione dell’amigdala. Essa, in seguito alla stimolazione, reagisce alla situazione di crisi per preservare l’Organismo da eventuali conseguenze dannose. Ciò scatena nella persona un forte impulso a fuggire, una respirazione più frequente e agitata e la sensazione di perdita di controllo.
È utile quindi, appena ci si rende conto dell’insorgere di un attacco, cercare di rimanere calmi e respirare lentamente, uscendo all’aperto o affacciandosi alla finestra. La maggior parte delle volte, una sola crisi basta a far nascere, nella persona, il timore che possa ripetersi. Succede così che, chi ha avuto il primo attacco in aereo, avrà paura di viaggiare di nuovo con quel mezzo e, nella paura che quella sensazione possa di ripetersi di nuovo, inizierà a evitare ogni altro mezzo di trasporto.
Si innesca così un circolo virtuoso che, nei casi più gravi, porta le persone addirittura a temere perfino d’uscire da casa. In sostanza, la caratteristica chiave del disturbo, è la paura persistente di avere altre crisi in futuro. Attualmente gli attacchi di panico sono curati con antidepressivi (che hanno sostituito i tranquillanti usati in passato) in abbinamento con tecniche cognitivistiche, comportamentistiche, e gruppi di sostegno.
I farmaci da soli non sono sufficienti: è necessario e di fondamentale importanza abbinare anche la psicoterapia grazie alla quale i soggetti riescono a cambiare, risolvendo e rielaborando tutta una serie di comportamenti non voluti a cui non pensavano di potersi opporre.
Attraverso un costante aiuto medico la persona affetta dal DP torna gradualmente a riprendere la vita normale riuscendo molto spesso a guarire del tutto. Anche la medicina alternativa fornisce un aiuto valido in tal senso: corsi di yoga e meditazione possono essere utili poiché insegnano tecniche di respirazione e rilassamento da applicare nei momenti critici.
Esistono infine dei preparati a base di fiori (come la passiflora e la valeriana) che hanno effetti positivi contro l’Ansia e gli attacchi di panico. Cionostante un ruolo fondamentale per aiutare chi è colpito da simili disturbi psico-fisici è svolto da amici e familiari: la persona deve essere stimolata ed incoraggiata a superare questo problema, ma senza drammatizzare.