- Definizione della pressione arteriosa (PA)
- Misurazione della pressione arteriosa
- Ipertensione arteriosa primitiva e secondaria
- Variabilità della pressione arteriosa
- Pressione nei bambini e negli adolescenti
- Ipertensione nell'anziano
- Studio del paziente iperteso
- Valori pressori elevati: cosa fare?
- Consigli igienico-alimentari per un iperteso
- Cenni di terapia antiipertensiva
Definizione della pressione arteriosa (PA)
Si tratta essenzialmente di una funzione della portata cardiaca (PC: quantità di sangue espulsa dal ventricolo sinistro in un minuto) e delle resistenze periferiche (RP); l’aumento di una o di entrambe le componenti determina incremento della pressione. Si può esprimere con PA = PC x RP e si distingue:
- pressione arteriosa sistolica (PAS) o massima: rappresenta il valore della massima pressione che si ha nell’albero arterioso durante la contrazione cardiaca (sistole);
- pressione arteriosa diastolica (PAD) o minima: rappresenta il valore della minima pressione del sangue entro le arterie quando il muscolo cardiaco si rilascia (diastole).
Recentemente le “Linee Guida” hanno ri-definito verso il basso i valori pressori (categorie pressorie):
CATEGORIA PRESSORIA | PRESSIONE ARTERIOSA SISTOLICA | PRESSIONE ARTERIOSA DIASTOLICA | |
---|---|---|---|
Normale | ≤119 mm Hg | e | ≤79 mm Hg |
Elevata | 120-129 mm Hg | e | ≤79 mm Hg |
Ipertensione Grado 1° | 130-139 mm Hg | o | 80-89 mm Hg |
Ipertensione Grado 2° | ≥140 mm Hg | o | ≥90 mm Hg |
Misurazione della pressione arteriosa
Il soggetto viene fatto sdraiare (clinostatismo) oppure posto in posizione seduta o in piedi (ortostatismo); in tutti i casi si deve trovare in una posizione comoda e procedere alla misurazione dopo circa 2-4 minuti. Il bracciale dell'apparecchio (apparecchi ibridi che hanno due funzioni di cui una con colonna digitale ed un’altra oscillometrica, semiautomatici o automatici) si pone intorno ad un braccio rilassato, disteso e libero da indumenti, senza stringerlo eccessivamente e si mette la membrana del fonendoscopio a livello della piega del gomito (passa l'arteria omerale). Pompando l'aria (assicurarsi che la vite della valvola sia chiusa), si fa salire rapidamente la pressione nel manicotto e quindi nella scala graduata, fino a che non scompaiono le pulsazioni.
A questo punto si apre la valvola e si fa fuoriuscire l'aria sino a quando si percepiscono dei battiti (pressione sistolica), si continua a mantenere aperta la valvola sino a quando i toni diventano deboli, per poi scomparire del tutto (pressione diastolica). Si può rilevare con un apposito apparecchio automatico la pressione nelle 24 ore. Si definisce ipertensione da camice bianco quando è elevata nel solo ambiente medico. Viene chiamata ipertensione domiciliare quando la pressione è alta a casa propria o in altre sedi, ma non dal medico.
Ipertensione arteriosa primitiva e secondaria
Colpisce circa il 30% delle persone in età adulta; questa percentuale sale al 50% circa nella senescenza. Può essere primitiva (80-85% circa) o secondaria (5-20% circa). Nell'ipertensione arteriosa essenziale o primitiva non viene riconosciuta una causa; nell’ipertensione secondaria è riconoscibile una causa ed i valori pressori aumentati rappresentano il sintomo di una malattia (ipertensione reno-vascolare, ipertensione da malattie renali, ipertensione da iperaldosteronismo primitivo, sindrome di Conn, ipertensione da contraccetivi orali, ecc.).
Variabilità della pressione arteriosa
È stata molto studiata e costituisce un fenomeno del tutto normale nel normoteso e nell’iperteso. Nel corso di una giornata i valori pressori possono variare tra 10-30 mmHg. La variabilità può essere distinta a breve termine (indotta dalla respirazione o dalla frequenza cardiaca), diurna (influenzata da attività psico-fisiche) e notturna (si riduce).
Pressione nei bambini e negli adolescenti
La pressione varia in rapporto agli indici di maturazione (età, peso, altezza, pubertà, ecc.). Per i valori pressori nell’infanzia si fa riferimento a tavole percentili che indicano per quell'età la pressione corrispondente; queste tavole dovrebbero essere elaborate per ogni popolazione. I figli di ipertesi presentano una pressione più elevata rispetto ai figli di normotesi.
Ipertensione nell'anziano
Nell'anziano (>65 anni) prevale la pressione sistolica, i cui valori in genere superano 160-180 mmHg, mentre quella diastolica è poco elevata, normale o più bassa (aumento della pressione differenziale). Si tratta di una pressione legata all’aterosclerosi che produce una diminuita elasticità dell'aorta e delle arterie di grosso calibro. Il soggetto anziano può essere portatore di un’ipertensione secondaria.
Studio del paziente iperteso
Dopo che più misurazioni della pressione arteriosa hanno stabilito lo stato ipertensivo, è opportuno studiare il soggetto (anamnesi, esame obiettivo, analisi di laboratorio e strumentali). Si possono così evidenziare eventuali complicanze a livello di encefalo, retina, cuore e coronarie, reni e vasi arteriosi.
Al termine della visita il paziente deve essere consapevole che l'ipertensione non induce disturbi, ma può produrre problemi nel corso degli anni e che tali complicanze possono essere evitate o limitate soltanto con appropriate e continue terapie igienico-alimentari e, se necessario, farmacologiche. Il paziente si dovrà sottoporre periodicamente ad esami di laboratorio e/o strumentali e al controllo pressorio.
Valori pressori elevati: cosa fare?
Quando una persona apprende di essere ipertesa è opportuno ricordarsi di:
- non “preoccuparsi”, non vivere una situazione di ansia ed evitare di “sentirsi poco liberi” in quanto malati, perché si è affetti non da una forma morbosa, ma da un fattore di rischio che non manifesta disturbi e che, solo se non opportunamente trattato, potrà produrre un danno cardiovascolare;
- mantenere la stessa qualità di vita rispetto a quando non si era a conoscenza dei valori pressori elevati.
Consigli igienico-alimentari per un iperteso
Alcuni consigli igienico-alimentari per un iperteso, che spesso è portatore di altri fattori di rischio cardiovascolare (alterazione dei grassi, fumo, diabete del 2° tipo, iperuricemia, ecc.).
Da evitare:
- Carni rosse, di vitella, uova, latte grasso, formaggi, latticini.
- Zuccheri semplici (caramelle, miele, marmellate, zucchero, bevande zuccherate).
- Eccesso calorico (>2500 calorie al giorno).
- Aggiunta di sale a tavola.
- Cibi ricchi di sale (dado da brodo, cibi conservati, craker, ecc.)
- Condimenti animali (burro, strutto, lardo, panna, pancetta, ecc.).
- Consumo giornaliero di oltre 300 ml di vino.
- Attività fisica non regolare e di tipo isometrico o statica.
- Sedentarietà e fumo.
Da limitare:
- Il sodio con la dieta fino (4-6 g/die).
- Ridotta introduzione di proteine nei soggetti con diminuita funzione renale.
- Eccesso di frutta per la presenza di zuccheri semplici ( uva, fichi, banane, frutta secca, ecc.).
- Caffè, tè.
- Gelati artigianali di frutta.
- Granite senza panna.
Da favorire:
- Riduzione dell’apporto calorico e del peso.
- Consumo di legumi, ortaggi, verdure.
- Carboidrati complessi (pane, pasta, riso).
- Consumo di pesce.
- Consumo di animali da cortile (coniglio, tacchino, faraona e pollo).
- Condimenti vegetali (olio extravergine di oliva) e pomodoro.
- Latte e yogurt magri.
- L’attività fisica deve essere dinamica o isotonica, dove tutto il corpo si muove impegnando molti muscoli.
Cenni di terapia antiipertensiva
Se dopo un ragionevole periodo di provvedimenti igienico-alimentari, la pressione dovesse rimanere elevata è opportuno iniziare, su consiglio del medico, un trattamento farmacologico. I farmaci possono essere suddivisi in sei classi (diuretici, beta-bloccanti, calcio-antagonisti, ACE-inibitori, antagonisti dei recettori dell’angiotensina II, alfa-litici). I meccanismi, con cui i farmaci di ogni classe riducono i valori pressori sono diversi, ma tutti inducono vasodilatazione.
Mediamente l’assunzione di una sostanza antiipertensiva riduce dopo circa 10-15 giorni la pressione diastolica di circa 10 mmHg e la combinazione con più sostanze aumenta tale percentuale. Il trattamento va effettuato con piccole dosi di più prodotti, utilizzando più azioni che inducono un effetto addizionale o sinergico e/o correttivo e per limitare eventuali effetti collaterali.