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Rimedi naturali per l'insonnia

Rimedi naturali per l'insonnia

Camomilla, valeriana, passiflora, melissa, escolazia: i rimedi naturali per combattere l'insonnia e dormire bene senza ricorrere ai farmaci.
In questo articolo:

I disturbi del sonno

Dormire bene è importante per sentirsi riposati e svolgere bene le attività quotidiane: chi dorme poco o male si sente di malumore, svogliato e stanco.
Per migliorare la qualità del proprio sonno non è necessario però ricorrere a farmaci ed altre “soluzioni pesanti”, poiché spesso viene in nostro soccorso la natura con le sue piante officinali.
Sono molte le piante che hanno effetti distensivi e che favoriscono il sonno; il lor effetto è più leggero di quello dei farmaci e possono essere utilizzate in tutti quei casi in cui c'è bisogno di un'azione graduale e non aggressiva. Le più diffuse e utilizzate sono la camomilla, la valeriana, la passiflora, la melissa e l'escolzia (o "papavero della California").

Camomilla (Chamomilla recutita)

La camomilla è una pianta originaria dell'Europa meridionale e orientale (ma oggi diffusa in tutta Europa, nelle Americhe e in Australia) ed è particolarmente indicata nei disturbi del sonno, soprattutto se causati da piccoli problemi digestivi.
Gli infusi di camomilla vengono da tempo utilizzati per i loro effetti blandamente sedativi e perché favoriscono l'espulsione dei gas intestinali in eccesso.
La camomilla ha infatti un'azione distensiva (dovuta ai flavonoidi) associata a una decisa azione protettiva delle mucose gastriche, che la rende indicata anche nei disturbo gastrointestinali e negli episodi di cattiva Digestione (gli infusi).
Se la sera si fatica a prendere sonno una forte tisana di camomilla (alla quale siano stati aggiunti un cucchiaio di miele o un bicchierino di grappa) può essere un ottimo aiuto naturale contro l'insonnia!
L'uso della camomilla è sicuro e provo di effetti collaterali, tranne in rari casi di allergia alle piante della specie delle Asteracee, di cui fa parte.

Passiflora (Passiflora incarnata)

Pianta rampicante nota anche come “fiore della passione”, la passiflora è originaria dell'America centromeridionale, ma oggi è diffusa e coltivata in tutto il mondo, Italia compresa.
Il singolare nome gli fu attribuito dai missionari Gesuiti per la somiglianza di alcune parti della pianta con i simboli religiosi della passione di Cristo: i viticci la frusta con cui venne flagellato; i tre stili i chiodi; gli stami il martello; la raggiera corollina la corona di spine.
Ricca di flavonoidi, in fitoterapia si utilizza fin dal 1800 per favorire il rilassamento e il riposo notturno, soprattutto nei bambini e negli anziani: questo perché appare del tutto priva di EFFETTI COLLATERALI. Le sue caratteristiche farmacologiche la rendono utile per facilitare lo svezzamento dagli psicofarmaci.
L'infuso, lo sciroppo e l'estratto vantano proprietà sedative del sistema nervoso, tranquillanti, ansiolitiche, antispasmodiche, curative dell'insonnia e dell'isterismo.
La passiflora favorisce anche il rilassamento della muscolatura liscia del tratto gastrointestinale e genito-urinario.

Valeriana (Valeriana officinalis)

La valeriana è una pianta erbacea originaria dell'Europa e dell'Asia. la sua azione medicinale era nota già nel Medioevo: i suo nome deriva dal latino “valere”, cioè “stare bene”. È comunemente chiamata anche “erba gatta” per gli effetti psicotropi che ha sui felini. La valeriana e i suoi estratti vengono comunemente utilizzati come tranquillanti, per favorire il sonno, per curare stati di agitazione, ansia, depressione e difficoltà di origine nervosa nell'addormentarsi.
La valeriana agisce anche come analgesico e antispastico; inoltre rende la pressione bassa. Altre indicazioni sono: mal di testa, dolori sciatici e reumatici, palpitazioni, aritmie, ipertensione arteriosa essenziale (di causa non organica), irritabilità, tremori, nevrosi gastrica (disturbi delle innervazione gastrica), colon irritabile e diverse altre malattie psicosomatiche.
Alle dose raccomandate non produce effetti collaterali, ma è comunque sconsigliata nei bambini con meno di 3 anni di età e alle donne in stato di gravidanza o allattamento.
Alte dosi possono invece portare mal di testa, nausea, vomito, vertigini e offuscamento della vista.

Melissa (Melissa officinalis)

Chiamata anche “Erba cedrina” o “Cedronella”, la melissa è una pianta erbacea spontanea, molto ricercata dalle api (per questo motivo che prende il nome dal greco mélissa).
La melissa è una delle piante medicinali di più antico uso: originaria del Mediterraneo orientale, veniva già usata nel Medioevo per le sue proprietà rilassanti e digestive (le sue foglie sono ricche di acidi fenolici e flavonoidi).
In Italia la si può trovare lungo le siepi e nelle zone ombrose; viene inoltre coltivata nei giardini ed è molto apprezzata anche come erba aromatica. In fitoterapia, della melissa sono utilizzati soprattutto le foglie ma anche i fiori e gli steli. Preparati a base di melissa vengono usati per curare gli stati d'ansia, favorire il sonno, rilassare i nervi e favorire il benessere gastrointestinale.
L'uso della melissa è controindicato in persone con glaucoma (in test con animali si è registrato un aumento della pressione oculare) e può interferire con l'azione tiroidea.
Se ne sconsiglia l'uso alle donne in gravidanza o in allattamento.

Escolzia (Eschscholtzia californica)

L'escolzia (o “Papavero della California”) è una papaveracea originaria del Nord America che veniva utilizzata già dai nativi americani per conciliare il sonno e per le sue proprietà antispasmodiche: contiene alcaloidi, glucosidi flavonici, fitosteroli e piccole quantità di morfina.
La soluzione idroalcolica delle sommità in fiore viene utilizzata oggi per ridurre il tempo di addormentamento e favorire la qualità del sonno, per curare le neuropatie infantili.
A differenza del papavero, del quale è “stretta parente”, il suo utilizzo non ha effetti collaterali.

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2020
6 minuti di lettura

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